mercoledì 30 maggio 2012

Dalla delusione argentina al trionfo di Italia ‘80: l’inarrestabile cavalcata della giovane Germania di Derwall


di Florian
Per la Germania Ovest, data per favorita al Campionato mondiale di calcio di Argentina ’78, l’inaspettato flop che la vide esclusa dalle prime quattro squadre finaliste rappresentò la chiusura di un ciclo forse ineguagliabile per tasso tecnico e vittorie conseguite. Tornato in patria, il leggendario Helmut Schön, allenatore dei bianchi dal lontano 1964, lasciò la panchina al vice Jupp Derwall, chiamato a ringiovanire la squadra e a riportarla al successo agli Europei che si sarebbero tenuti due anni dopo in Italia.
 Derwall ereditò una squadra ancora orfana di Franz Beckenbauer. Il “Kaiser” aveva detto addio alla nazionale nel febbraio del 1977 e al suo posto Schön, dopo vari esperimenti rivelatisi infruttuosi, aveva deciso di puntare su Manfred Kaltz. Il giocatore dell’Amburgo, pur non sfigurando al centro della difesa, era comunque un ripiego, avendo caratteristiche diverse che lo portavano a giocare nel suo club come terzino destro d’attacco. Dopo i mondiali argentini, il nuovo allenatore riportò Kaltz al suo ruolo naturale, una casella lasciata oltretutto vacante dal ritiro di un altro grande senatore, il “mastino” Berti Vogts. Come libero venne inizialmente schierato Gerd Zewe del Fortuna Düsseldorf, ma, dopo i primi deludenti pareggi nelle qualificazioni europee con Malta e Turchia, Derwall si decise ad arretrare nel ruolo il centrocampista Bernd Cullmann, da tempo nel giro della nazionale. Un’altra scelta difficile fu quella relativa alla maglia numero nove. Perso il grande Gerd Müller, dopo Monaco ’74, Schön aveva provato vari sostituti senza grandi soddisfazioni. Nel 1976, per la fase finale del Campionato europeo tenutasi in Jugoslavia, si era portato dietro, senza crederci granché, il capocannoniere del Colonia, omonimo del grande Gerd, l’allora ventiduenne Dieter Müller. Quest’ultimo fu capace in una partita e mezza di segnare ben quattro reti e di portare la Germania Ovest alla finale, perduta poi ai rigori, con la Cecoslovacchia. Tuttavia il difficile rapporto personale con Schön lo portò a giocarsi il posto, nelle qualificazioni ai mondiali e poi nella fase finale di questi, col più esperto e non meno prolifico Klaus Fischer, dello Schalke 04. Nonostante sia Müller che Fischer avessero in Argentina deluso le attese, Derwall decise di concedere fiducia al secondo, mentre il più giovane Müller, al pari di Flohe, Beer, Hölzenbein, Schwarzenbeck e Vogts, lasciava definitivamente la nazionale.
Tra gli altri veterani della spedizione mondiale richiamati da Derwall c’erano il terzino Bernd Dietz (Duisburg), il centrocampista Herbert Zimmermann (Colonia), Sepp Maier (Bayern), l’inossidabile portiere che ereditava la fascia di capitano da Vogts, le giovani ali Abramczik (Schalke) e Rummenigge (Bayern), il brillante fantasista Hansi Müller (Stoccarda). Accanto a questi uomini già collaudati vennero chiamati alcuni giovanissimi esordienti, come il talentuoso Karl-Heinz Foerster, granitico stopper dello Stoccarda, e Klaus Allofs, guizzante attaccante del Düsseldorf.Un’altra novità nella conduzione di Jupp Derwall fu quella di riaprire le porte della nazionale tedesca ai cosiddetti “legionari”, ovvero coloro che militavano nei campionati stranieri. Venne così recuperato il centrocampista Uli Stielicke, del Real Madrid, e non si rinunciò al forte mediano Bonhof, solo perché era partito anche lui per la Spagna, dove giocava nel Valencia. Pollice verso, però, nei confronti di Paul Breitner, i cui rapporti con il calcio tedesco sono sempre stati burrascosi. Dopo le prime partite il dualismo tra Abramczik e Rummenigge, che si protraeva dal mondiale scorso, venne risolto definitivamente con l’esclusione del primo e l’inserimento in rosa del compagno d’attacco di Kalle al Bayern, il roccioso Dieter Hoeness. Con questa ossatura la nuova Germania di Derwall, dopo qualche incertezza, iniziò a macinare vittorie su vittorie. Il nuovo allenatore dimostrò di non aver timore di lanciare giovani talenti ancorché inesperti facendo debuttare un altro ragazzino assai promettente, il biondissimo centrocampista del Colonia Bernd Schuster. Vennero gradualmente inseriti nella rosa anche Bernd Foerster, fratello di Karl-Heinz e come lui difensore dello Stoccarda, e tre centrocampisti dell’Amburgo che nel ‘79 si laureava campione della Bundesliga: Hartwig, Memering e Groh. Con questi uomini il primo anno di Derwall si chiuse registrando 5 vittorie, 3 pareggi e nessuna sconfitta. A luglio, però, un gravissimo incidente automobilistico costrinse Maier a dare anzitempo l’addio al calcio giocato. In prima squadra venne così promosso il “secondo” Dieter Burdenski (Werder Brema) e Dietz fu designato come nuovo capitano. Mentre si susseguivano le vittorie sul campo (alla fine saranno sette di fila!), ai primi mesi dell’80 Fischer si ruppe una gamba e Burdenski pagò la crisi del suo club che finirà l’anno inaspettatamente retrocesso. Vennero chiamati in loro sostituzione Horst Hrubesch, il gigantesco anche se poco tecnico centravanti dell’Amburgo, e Norbert Nigbur, portiere dello Schalke 04, già in rosa ai mondiali del ‘74. Tuttavia, ad appena due mesi dalla spedizione in Italia, anche Nigbur si infortunò gravemente e Derwall si trovò costretto a lanciare in prima squadra il numero uno del Colonia, Harald Schumacher, nonostante fosse poco meno di un debuttante assoluto. E a completare la terna di portieri per l’imminente europeo vennero convocati Eike Immel (Dortmund) e Walter Junghans (Bayern) che non avevano alcuna esperienza nella nazionale maggiore!
Purtroppo per i tedeschi, poco prima che la squadra partisse per l’Italia, si infortunò anche Bonhof, che farà parte della spedizione italiana pur impossibilitato a giocare . Nel suo ruolo venne adattato, con ottimi risultati, il giovane terzino sinistro del Kaiserslautern, Hans-Peter Briegel, anche lui con pochissimi gettoni di presenza alle spalle. Vennero convocati da Derwall anche il giovanissimo mediano del Borussia M’gladbach, Lothar Matthaus, destinato ad una luminosa carriera, l’ala Del’Haye, suo compagno di club, e i centrocampisti Magath (Amburgo) e Votava (Dortmund). Rimasero invece in Germania Hartwig, Groh e Dieter Hoeness, nonostante quest’ultimo avesse vinto la Bundesliga con il Bayern. Derwall & Co. partivano così per gli Europei di Roma privi di alcuni esperti titolari e con tanti giovani talenti sconosciuti a livello internazionale.Il Campionato europeo di Italia ’80 si presentò con una formula diversa dalle precedenti: 8 squadre partecipanti alla fase finale divise in due gironi, le vincenti dei quali si sarebbero affrontate nella finalissima. I tedeschi erano inseriti nel Gruppo A, insieme a Cecoslovacchia, Olanda e Grecia. Il Gruppo B vedeva invece l’Italia, padrona di casa e favorita per la vittoria finale, l’Inghilterra e il Belgio.Nella loro partita inaugurale contro la Cecoslovacchia, i bianchi di Derwall portarono a casa una vittoria prevista senza però impressionare granché. Messi in campo con un prudente 4-4-2, con Bernd Foerster a coprire a destra le avanzate di Kaltz, Stielicke in regia e davanti due attaccanti di movimento quali Rummenigge e Allofs, i tedeschi riuscirono a superare i loro non trascendentali avversari solo grazie ad un preciso colpo di testa di Rummenigge che insaccò in rete uno splendido cross di Müller. Nell’incontro successivo con i più pericolosi olandesi, Derwall rimescolò le sue carte affidandosi al tradizionale 4-3-3. Escluse Cullmann dall’undici inziale arretrando Stielicke a libero e mettendo Schuster in cabina di regia. In avanti, quale ultimo finalizzatore della manovra, venne schierato Hrubesch. Con questa formazione la Germania cambiò volto e giocando un ottimo calcio annichilì l’Olanda con tre reti firmate dall’opportunista d’area di rigore Klaus Allofs, prima di soffrire negli ultimi dieci minuti quando gli avversari recuperarono due gol. Grazie al tre a due finale gli uomini di Derwall potevano accontentarsi anche di un pareggio coi modesti greci per agguantare la finale. Nel suo terzo incontro la Germania si preoccupò così di gestire senza affanno il risultato. Derwall mise prudentemente a riposo Allofs, Schuster e Dietz, dando spazio a qualche rincalzo. Finì zero a zero, come previsto, mentre il Girone B vide l’Italia cedere al sorprendente Belgio la finale dopo un’estenuante lotteria di rigori.  
Il 22 giugno, a Roma, la Germania Ovest si trovò dunque in finale contro un avversario che le era sulla carta inferiore, ma arcigno, che nulla concedeva allo spettacolo pur contando tra le sue fila giocatori di qualità come il portiere Pfaff, il terzino Gerets, il vecchio centrocampista Van Moer e l’attaccante Ceulemans. I tedeschi, che ripresentavano la stessa formazione che aveva sconfitto l’Olanda, partirono subito d’attacco e al 10’ erano già in gol con Hrubesch, che con un tiro secco di destro finalizzava una meravigliosa azione di Schuster. Tuttavia il Belgio non si scompose, confermandosi squadra difficile da affrontare. E nonostante i tedeschi macinassero più gioco, il primo tempo si concluse con un solo gol a loro favore. Nella ripresa la pressione della Germania si allentò e i belgi riuscirono ad approfittarne grazie ad un perforante contropiede che al 72’ procurò loro un insperato calcio di rigore. Il capitano belga Van der Eycken portò il risultato in parità. Ciò avrebbe potuto fiaccare i favoriti tedeschi, ma accade invece l’inverso. I ragazzi di Derwall pigiarono nuovamente sull’acceleratore e a due minuti dallo scadere conquistarono un prezioso corner. Dalla bandierina Rummenigge mise la palla al centro dell’area e Hrubesch con un imperioso stacco di testa anticipò Pfaff in uscita regalando così la vittoria finale ai tedeschi. Una vittoria certamente meritata che vide la sbarazzina Germania di Derwall giocare scampoli di gran calcio. Rivelazione assoluta del torneo fu il giovane Schuster, designato come il miglior calciatore della manifestazione, mentre erano ben sei i calciatori tedeschi a figurare nell’ UEFA “top team” di Italia ’80: Briegel, K.H. Foerster, Rummenigge, Schuster, Müller, Allofs. Quest’ultimo risultò anche il capocannoniere del torneo grazie ai tre gol segnati contro l’Olanda. A Rummenigge invece fu conferito, a fine anno, il prestigioso Pallone d’oro, titolo che bisserà anche l’anno seguente quando si affermerà definitivamente col Bayern come il miglior attaccante d’Europa. Nel 1980 la Germania Ovest conquistava così il suo secondo oro europeo, dopo il precedente del ’72, con una squadra che negli undici titolari ripresentava solo quattro degli uomini che avevano partecipato ai mondiali d’Argentina. Una rivoluzione, quella di Derwall, che aveva dato alla fine i risultati sperati.

25 commenti:

  1. Prendetevi un pò di tempo, stampatevelo, ma leggete questo post perchè è STORIA.

    Grazie ancora a Florian che ha messo a disposizione la sua memoria storica!

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  2. Grazie, Köpke... Poi magari interverrò con qualche annotazione di carattere personale...

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  3. mi inchino dinanzi alla memoria storica di Florian. Splendido resoconto!!!

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  4. Perdonate la forma che in taluni punti zoppica un po'.

    Ricordo bene quell'europeo perchè è stato il primo torneo di calcio internazionale che ho seguito da tifoso "competente", per quanto potesse essere competente un ragazzo di tredici anni! E poi perchè quella vittoria fu conquistata con una squadra fantastica e anche molto simpatica! Ancora oggi quando rivedo in immagini d'epoca i volti di Schumacher, Karlheinz Foerster, Hansi Mueller e Rummenigge penso che i miei miti calcistici sono quelli, perchè loro hanno giocato negli anni in cui la mia passione per il calcio tedesco è stata più vibrante. La vittoria dei mondiali del '90, ad esempio, che pure fu meravigliosa, mi ha dato paradossalmente meno emozioni, così com'è vero che non ho mai avuto per Matthaeus, Klinsmann & Co. lo stesso trasporto emotivo che mi ha legato invece alla generazione di talenti maturata sotto Jupp Derwall. Secondo me la Germania Ovest, tra il 1980 e il 1982, è stata per davvero la squadra più forte del mondo.


    @ Koepke:
    ti ho mandato un messaggio su Libero per una piccola modifica da fare al testo...

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  5. Qui c'è un breve video sui gol della Germania ad Italia '80:


    http://www.youtube.com/watch?v=_ZDsz6W23rg&feature=related

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  6. Una curiosità: nonostante il Bayern Monaco avesse vinto la Bundesliga 1979/80 non vi fu alcun "blocco Bayern" nella nazionale portata da Derwall agli Europei.

    Questo l'enco per squadre:

    4 - Amburgo (Hrubesch, Magath, Kaltz, Memering)
    4 - Colonia (Schumacher, Cullmann, Schuster, Zimmermann)
    3 - Stoccarda (K.H. Foerster, B. Foerster, H. Mueller)
    2 - Bayern (Rummenigge, Junghans)
    2 - Gladbach (Matthaeus, Del'Haye)
    2 - Dortmund (Immel, Votava)
    1 - Fortuna Duesseldorf (K. Allofs)
    1 - Kaiserslautern (Briegel)
    1 - Duisburg (Dietz)
    1 - Real Madrid (Stielicke)
    1 - Valencia (Bonhof)

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    1. Ops! Volevo dire naturalmente "L'elenco per squadre"

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  7. Credo sia stata una delle poche nazionali senza il blocco Bayern dal 74 ad oggi?

    Sbaglio?

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    1. Nel '76 il numero dei giocatori del Bayern era pari a quello del Gladbach (4). Nel '78 invece i bavaresi erano solo 3 contro i 4 convocati del Colonia. Questo perchè il Bayern dal 1975 al 1979 si mantenne piuttosto lontano dalla vetta (nel 1977/78 finì addirittura dodicesimo!)

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  8. Avete letto?
    «Lo Schalke vuole il tris: Van der Vaart, Kalou e Elia»Il club tedesco punta i tre assi per far dimenticare ai tifosi l'addio di Raul. C'è anche un'offerta per il centrocampista della Juve. GELSENKIRCHEN - Lo Schalke 04 punta dritto su Rafael van der Vaart, Salomon Kalou ed Eljero Elia. Lo scrivono in Olanda dove il De Telegraaf assicura che il club tedesco è pronto a chiudere per le tre stelle dei tulipani. Van der Vaart deve liberarsi del Tottenham per poter tornare in Bundesliga dove aveva già giocato nel 2007 con l'Amburgo. Per quanto riguarda Elia, invece, i giornalisti olandesi assicurano che la Juve non metterebbe sul piatto della bilancia la richiesta del cartellino di Huntelaar. L'attaccante ex Milan, infatti, dovrebbe rinnovare il contratto in scadenza il prossimo 2013 con la squadra di Gelsenkirchen.

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    1. Si si, ne parlavamo nei commenti del post precedente.

      Kalou per me lo prendono.
      van der Vaart è fantascienza.
      Elia se il cambio è Huntelaar è fantascienza.

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    2. Eh sì,i cugini del Bvb prendono Reus,il campione del futuro e noi invece Elia,il panchinaro della Juventus...

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  9. Un super super applauso per il grandissimo Florian, grazie infinite per le memoria storica, si l'ho stampati per leggerlo meglio perché leggere tanto allo schermo mi stanca ma ne è valsa la pena un grosso ringraziamento ancora.

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    1. Ma grazie, Max!! E' stato per me un piacere condividere con voi quel capitolo di storia. Col tempo, sela cosa vi farà piacere, andrò a scovare qualche altro "magic moment" da ripercorrere con la memoria (e l'aiuto dell'almanacco, perbacco!)

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    2. attendo con ansia un articolo su Helmut Rahn
      :)

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    3. Eh eh, in quel caso la memoria non servirebbe più! Ad ogni modo, hai visto il film "Il miracolo di Berna" che ripercorre le vicende che portarono la Germania Ovest a vincere il titolo nel '54? Ne esiste anche una versione in dvd che consiglio. Proganisti della vicenda sono un bambino e il suo idolo calcistico, Helmut Rahn appunto.

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  10. Mi associo ai complimenti per Florian per questo bell'articolo, utile anche per chi come me per motivi anagrafici (sono del 1988) non ha vissuto quel periodo.

    Sicuramente più si arricchisce la memoria storica del calcio tedesco (che in Italia, essendo questo non propriamente amatissimo, ha poche "fonti" nella nostra lingua) e meglio è.

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  11. Si si, l'ho visto almeno tre volte. E' un bel film, merita proprio. Ci sarebbe anche un libro che parla della vittoria del '54 vista (o meglio, ascoltata alla radio) con gli occhi di un bambino; si intitola "La domenica che vinsi i mondiali", è un po' particolare perché non mette in primo piano la vicenda puramente sportiva, però a parer mio è interessante

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    1. Non lo conoscevo!! Sono andato a spulciare e l'ho trovato...

      http://www.lelettere.it/site/e_Product.asp?IdCategoria=&TS02_ID=1191

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  12. Non sapevo nè dell'esistenza del libro nè del film.

    Grazie mille, vedrò di provvedere se li trovo.

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  13. Eccolo qui:

    http://www.ibs.it/dvd-film/miracolo-berna/sonke-wortmann/8031179912292_.html

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  14. Si il film lo conoscevo e trovarlo in Italia ed in Italiano dovrebbe essere relativamente facile. Lo fecero pure su Sky qualche anno fa. Del libro non sapevo neanch'io grazie dell'informazione.

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  15. Davvero un bell'articolo, grazie per averlo postato!

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